Frase di Thea Matera
Dintorno la dispersione, l'equilatera galassia sul roano palmo della nuca stanca, di piuma girandola sull'algida risacca, e l'orchestra si accorda sul "la" della carpa a pelo d'acqua, campo dolente, timida distanza. In comparti la riposai la sua risposta rauca, sull'ossidato appiglio del trattato futurista, nel viavai di capriole, di bacche nere sul crinale. Frattale scriccio di quarti d'equiseto, si sfina l'asola nel segno della biro, circonfonde la quiescenza amletica il ganglio fitto nel collo dell'ombrello. S'affoltano, nel complesso, l'interfoglio ornamentale, le vestigia assottigliate di rimasugli d'eucalipto, la propaggine allignata nella serra quadriforme. (Laniakea)
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Frasi affini
Una stanza. Una valigia lilla ed una raspa, ricadente mandorla - una sacca - l'ombra di gigli sull'attaccapanni, fa un cappotto d'incerati trucioli la notte. Nello specchio una stanza. Ha due porte, improbabili comparti, in due metà si scinde il trompe l'œil dei giardini di Bordeaux, rallumina il vecchio poster de Le Procope nel cigolio di porticine, nell'occhio fisso di stupore un chiodo viola regge un quadro di scarlatti, solidago un vaso di puntine. ... Sul chiavistello s'impaura, pallido geco, del vuoto della parola che trabocca, di sogni e mete trafitti da un inganno, ciò che ristagna - opalescenza - in una coppa di vestigia, a mezza voce, di finestre cieche, smesse cartografie sulle vetrate degli Atenei. Una linea s'infittisce sul vizio della serratura - fascio di luce in una tazza di caffè - risplendono di una bellezza resa le fave sui tavoli ed il pane, al centro dell'aura sul davanzale - raggiato faro di legno - fa da sipario agli assecchiti vanni l'ansa poco illuminata, lo sgocciolìo della fruttiera ritaglia sul velario una ciliegia blu sullo stuoino. (STIMMUNG - I Parte).
Inserita il 07/07/2023 alle ore 12:15
Il Poeta guarda alla vita fissando la finestra, scorgendo l'anima nei rami, scrutando il respiro impalpabile del cielo. Protervo fiore tra suole impolverate, sulla riva divelta e sfatta, irridente acrobata su traversine di seta. Gira in bicicletta per le strade vuote masticando sillabe e fonemi, a bagnarsi gli occhi di luce, a guardare stormi di allodole volare, il nembo pendulo sospeso sul trapezio. Restano tra le righe, le parole, si dilatano le pupille di pozzi nascosti, dove l'acqua rifulge e s'eterna, dove, a schiere, sprofondano le stelle. E cerca il sole, la goccia d'acqua che si fa lacrima sul volto della pietra, il pi greco dello sciame, il mare riflesso sui muri bianchi delle case, dove ricadono glicini a grappoli mentre nubi s'affoltano su chiome di vaniglia e l'umbella. Càpita di restare seduti su ciocchi traversi ad aspettare l'alba, ad ascoltare il frinire di cicale stanche, il rombo dell'aereo che assorda, di camminare sui sassi appuntiti di terre antiche, fissare l'ultima bolla di sapone addormentarsi sull'erba. M'insegni a guardare oltre la pioggia, al di là di ombre indolenti, del riverbero della magnolia. SUNLIGHT ON THE HOAR FROST (La luce del sole sulla brina)
Mi cercherai, nella pioggia d'agosto, nelle stelle cadenti, nei ritagli dei ricordi incastrati nel cuore. Mi sentirai, nei giorni dei sogni più belli, nei voli brucianti al di là della pietra muta, dell'orbita di raso, l'equilatera distanza, nel profumo dell'alba dopo la tempesta. Ricorderai ancora le orme dei miei passi, gli attimi di sabbia fra le pieghe delle mani, e sfideremo il buio, con le ali dentro al petto….
Altre frasi di Thea Matera
Esiste un muto greto dove la notte scompare nel polverìo di un alambicco, dove il campo di papaveri disasconde la verbena, in un tunnel di acanti blu cobalto dimergola al limine di guglie il luminarsi di avite sale, atticciate mute di cani si rincorrono lungo ossuti cinti silvestri, coccole di nervati curri. Mi persuade il brillìo della gazania, il serraglio dell'ipomea, lo strale di aguzzi steli come i tuoi gesti, disegni sopra i vetri di vasi azzurri d'acqua un roseo cielo di conchiglia, sfiori la parola e l'allontani... ne mostri di schiena il filo di frutti chiari, devoti volti, il drappo di parole imprestate alla ragione l'inconosciuta soglia della rima non ancora scritta. Si rassomigliano fra loro, ossimori, i parallelepipedi, si sbiancano verdi pilastri d'ostriche; la stevia si rigira nel soffio della calura, s'attrista nella cuòra il piorno ventre di ovati bozzoli, ermo grigio di acuti lobi. Si fende l'arco del giunco che dorme all'orizzonte, raggiorna tra le pagine di malacopie, di sonnolenti, smesse vertèbre di gargolle nello sfiato di filicorni, sorgivi bronzi di rosignoli fra dibarbate polle. (ON THE STAIRCASE)
Inserita il 10/09/2022 alle ore 11:42
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Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 15:34
Interessante, però nel periodo di Pascal, adesso direi molto meno...
Scritto da Utente anonimo
Il 29/04/2024 alle ore 15:13
Il coraggio si manifesta quando affrontiamo le nostre paure, e quando lo facciamo, scopriamo che il più delle volte non c'era niente da temere...
Stefano
Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 12:47
L'ho sempre sospettato che l'umanità è più stupida che geniale...
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