Frase di Thea Matera
Esiste un muto greto dove la notte scompare nel polverìo di un alambicco, dove il campo di papaveri disasconde la verbena, in un tunnel di acanti blu cobalto dimergola al limine di guglie il luminarsi di avite sale, atticciate mute di cani si rincorrono lungo ossuti cinti silvestri, coccole di nervati curri. Mi persuade il brillìo della gazania, il serraglio dell'ipomea, lo strale di aguzzi steli come i tuoi gesti, disegni sopra i vetri di vasi azzurri d'acqua un roseo cielo di conchiglia, sfiori la parola e l'allontani... ne mostri di schiena il filo di frutti chiari, devoti volti, il drappo di parole imprestate alla ragione l'inconosciuta soglia della rima non ancora scritta. Si rassomigliano fra loro, ossimori, i parallelepipedi, si sbiancano verdi pilastri d'ostriche; la stevia si rigira nel soffio della calura, s'attrista nella cuòra il piorno ventre di ovati bozzoli, ermo grigio di acuti lobi. Si fende l'arco del giunco che dorme all'orizzonte, raggiorna tra le pagine di malacopie, di sonnolenti, smesse vertèbre di gargolle nello sfiato di filicorni, sorgivi bronzi di rosignoli fra dibarbate polle. (ON THE STAIRCASE)
Inserita il 10/09/2022 alle ore 11:42
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Frasi affini
L'inquietudine della vita trasforma il mare in cemento: se percuoti l'acqua non la trapasserai mai.L'acqua, agli occhi inquieti appare come roccia al tatto; agli occhi pacati appare come un cunicolo da attraversare per scoprire un nuovo mondo.La rabbia trasforma l'acqua in una barriera; la calma le dona un tunnel, dal quale scorgere il crepuscolo di una nuova strada.Quando l'amore si posa sulla pelle dell'acqua, la dolcezza delle sue onde inabissa il tuo cuore, il peso scompare e la tua anima nuota tra i colori non ancora scoperti dalla luce.Gli occhi non trapassano i mari, ma un gesto leggiadro può farlo.Un effetto tunnel appare nella tua mente, portandoti nel misterioso mondo quantistico.Quando nella vita tutto appare sbarrato, buio e privo di strade, il mondo quantistico ci insegna che un tunnel invisibile esiste.Un tunnel, grazie al quale puoi trapassare una montagna, i mari e le paure.Un tunnel che appare in una mente pacata, poichè la rabbia offusca la vista.L'effetto tunnel è dentro di noi.
Dove finisce la poesia non consumata, il verso non trattenuto -irrespirato cielo- la parola non compresa, l'incauta scritta in gromme di cemento; cosa rimane della poesia derisa, scostata, della poesia invenduta e le sue dune, dello scurato pregio nelle vene di pennate, nelle lamine di retinervie, di tutta questa poesia offerta in pasto alla sostanza indocile, ad aride lagnanze. Ne resta il disunito lembo di acrostici slogati in incompite cale, la digrumata stele, la spocchia decadente nel cincischìo di epigoni, nei baci di fiele disseminati sulle pagine di polvere di Poeti Scapigliati. Come chiama il poeta il profumo e la sua rosa, il tedio di giunchi assolati nei lobi di rotonde, le fulve chele di una perduta stella? Inizia in rime sciolte il pamphlet sur la revanche, la luna non è lontana ora che si discosta la marea sizigiale dai ceppi atterrati, e la notte è una stanza di carta. Stornai nientificati equivoci di voci nel diacronico deflesso che s'annida fra i pronomi, ti dimenticai nei respiri di malmostose alghe, in bisillabe disciolte nella mano dello scriba; non fu chiarore di strade il verdito mento, il tizzo rosso della chiosa. La festuglia del Fosco disarma la grafia, per poco s'intuiva la sottile allegoria, si stranisce l'òmero nel colore delle gote, ricade sul davanzale il tempo e la sua storia. Cosa rimarrà del verseggiato campo, del vùlture a perlustrare il giorno che rinasce alla poesia? ABGRUND (In fieri - La Pagina Bianca)
Inserita il 29/05/2022 alle ore 11:35
Andavamo, ebbre lanterne, per mostre d'arte in cerca di ludiche anticaglie, propaggini frugali, a guardare, tèndini, la piega fatalista, la miccia di frumento, la luce mutevole del pettine rado, l'assedio dell'onda di fango. Non si ravvede il canto ribelle - corde pulsum tangite - la foto strappata di un volto, il lembo dell'occhio nero a destra della luna, di lampade ad olio nella foschia di pece, un canto di nebbia di algide presenze in abito da sera. Moire gravitano sulla lama del foglio, in un'aria di fosforo limano il filo di lana sulla rotaia punta, sul contorno di balze sforbiciate di fossili alpestri, fintantocchè non giunga in limine il polso flesso. Fà che sia importante il fondo di ogni verso, ricopia ogni parola sulla campata sdrucciola, ricopri la parola da ogni lato, non perderla fra brogli d'orzo e zampe di cristelle. Il lupo fissa di lontano il paesaggio innevato e, solitario, si perde nel corrusco, dove il poeta rude zufola del croco e di noccioli nivei, e l'orologio molle mostra l'ora inerme sulla costa di tormalina. Thea Matera (Baignè par la Lumière) ©️
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma che ricade lène, il primo respiro del bimbo che nasce. Pace, dove un pescatore dispiega le sue reti, l'ottava rifulge nel coro, si sussegue il Do della tambura. Ascolta l'eco di onde lontane, il suono di un flauto nel vento, tintinna il Sol nel passo della Libra, il soffio della luce, il monosillabo. Fluttuano sagome nel refolo ranciato del diagramma, scivola l'assillo sotto barche capovolte, il dilemma della cicatrice. Non tentare di spiegare il colore dei papaveri, il turbinìo dell'ape, la strofa che ti attraversa il petto. Vibrano in crescendo galassie sconosciute, purpuree stelle, lo splendore della porziùncola di prati rossi, il cosmo che affiora dal buio tra le ali di una colomba. (COSMOGONIA, Notte Stellata)
Inserita il 31/03/2022 alle ore 11:15
Una stanza. Una valigia lilla ed una raspa, ricadente mandorla - una sacca - l'ombra di gigli sull'attaccapanni, fa un cappotto d'incerati trucioli la notte. Nello specchio una stanza. Ha due porte, improbabili comparti, in due metà si scinde il trompe l'œil dei giardini di Bordeaux, rallumina il vecchio poster de Le Procope nel cigolio di porticine, nell'occhio fisso di stupore un chiodo viola regge un quadro di scarlatti, solidago un vaso di puntine. ... Sul chiavistello s'impaura, pallido geco, del vuoto della parola che trabocca, di sogni e mete trafitti da un inganno, ciò che ristagna - opalescenza - in una coppa di vestigia, a mezza voce, di finestre cieche, smesse cartografie sulle vetrate degli Atenei. Una linea s'infittisce sul vizio della serratura - fascio di luce in una tazza di caffè - risplendono di una bellezza resa le fave sui tavoli ed il pane, al centro dell'aura sul davanzale - raggiato faro di legno - fa da sipario agli assecchiti vanni l'ansa poco illuminata, lo sgocciolìo della fruttiera ritaglia sul velario una ciliegia blu sullo stuoino. (STIMMUNG - I Parte).
Inserita il 07/07/2023 alle ore 12:15
Altre frasi di Thea Matera
Un libro richiama la tua attenzione, dallo scaffale, nascosto nell'ombra. Pare conosca già la tua storia, i tuoi silenzi, le tue emozioni, il tuo nome... Pare ti chiami ed è li, pronto a regalarti nuovi sorrisi, a rivoluzionarti l'esistenza, a lenire le tue ferite, e, come il tuo migliore amico, ad accompagnarti nella pioggia, a donarti piccoli e grandi sogni, pezzi di cielo inesplorati...
Pare riflettere ombre, eterno mughetto, intaglio odoroso... Affiorano, dal dorso di conchiglia, screziati ippocastani, e velti arbusti lacustri, felci di giada. Passi repentini, oltre l'egida muraglia, incrinano orme, la foce traligna, la frasca d'alabastro. Il funambolo trattiene l'ultimo raggio di luna, accorda ad Oriente il profilo dell'alba, e l'iride discioglie, di vapore acquamarina, smussate pietre rade.
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Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 15:34
Interessante, però nel periodo di Pascal, adesso direi molto meno...
Scritto da Utente anonimo
Il 29/04/2024 alle ore 15:13
Il coraggio si manifesta quando affrontiamo le nostre paure, e quando lo facciamo, scopriamo che il più delle volte non c'era niente da temere...
Stefano
Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 12:47
L'ho sempre sospettato che l'umanità è più stupida che geniale...
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