Frase di Thea Matera
Ti distanzi dalle onde dalla radianza di terre emerse, stravagati mulinelli di corolle, dal rosicchiolo corvino. Nel frastuono di scarne spole ricadono tre more nell'incarto di parole, il giardino inerte tace la magagna di filaccia e la luce pare strana lungo il viale di mandaranci, di lampioni strutti come limoni, di vaiate lastre, inerpicate stanze. Tangente il fedito fianco al fiore dissennato alla polpa di zinzania, al grepo sorbo, si perde l'orma del drappello nella malerba di caerdroia, se dimori il tempo sbroglia il romorio stridulo di cingolati nel passo terso di fenice, siffatto screpo che mai si seppe il marrirsi del contrappasso. (DISAMORE)
Inserita il 17/05/2022 alle ore 09:50
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Frasi affini
Ha due binari la felicità, ingiù si manifesta come sutura di risplendori, speciosa lacrima confusa con la sorte, s'appressa alla fortuna giacchè sorride e risvolta il fianco alla speranza. Ignora il malvezzo, la magagna, svaria la luce del mattino il muto fondo, il limaccioso balco di scancellate mete. Non vengo dall'indipinto vuoto dal nulla che non quadra, in ogni mia cellula scorre l'Universo, giungo dal suolo che s'anima di musica dalla parola che trova pace laddove distesi il foglio, dove scale si diramano come ponti di fluorite, dove di notte il loto attende di fiorire nella terra dei ciliegi. Sii sempre come ridesto sogno, immortale fienagione, dirotta il verso che si torce nella rete e ch'io salvi l'occhio dalla palustre scienza, dalla monocorde piaga d'inutile saccenza. (SEHNSUCHT).
Inserita il 23/03/2023 alle ore 08:30
Il Poeta guarda alla vita fissando la finestra, scorgendo l'anima nei rami, scrutando il respiro impalpabile del cielo. Protervo fiore tra suole impolverate, sulla riva divelta e sfatta, irridente acrobata su traversine di seta. Gira in bicicletta per le strade vuote masticando sillabe e fonemi, a bagnarsi gli occhi di luce, a guardare stormi di allodole volare, il nembo pendulo sospeso sul trapezio. Restano tra le righe, le parole, si dilatano le pupille di pozzi nascosti, dove l'acqua rifulge e s'eterna, dove, a schiere, sprofondano le stelle. E cerca il sole, la goccia d'acqua che si fa lacrima sul volto della pietra, il pi greco dello sciame, il mare riflesso sui muri bianchi delle case, dove ricadono glicini a grappoli mentre nubi s'affoltano su chiome di vaniglia e l'umbella. Càpita di restare seduti su ciocchi traversi ad aspettare l'alba, ad ascoltare il frinire di cicale stanche, il rombo dell'aereo che assorda, di camminare sui sassi appuntiti di terre antiche, fissare l'ultima bolla di sapone addormentarsi sull'erba. M'insegni a guardare oltre la pioggia, al di là di ombre indolenti, del riverbero della magnolia. SUNLIGHT ON THE HOAR FROST (La luce del sole sulla brina)
Oggi su Marte mi sfiora la tempesta, non c'è che un filo d'erba a scompigliare nuvole conchiuse in granati barattoli di vetro, i colori sono pozze di ematite solchi nel concavo riflesso di rosa acquamarina... Cieli di polvere sovrastano dissepolte lampide, si schiudono ossidate ali di rupicole, come viluppo di quarzosi cràspedi l'eco di luce si raccoglie sui soffitti. Cos'era la musica se non un tonfo sordo, un tinnulo di asteri sul giglio di mare... La vita esplode nel grembo della luna sull'orma intatta di puntellate valli, allo Zènith s'impolvera lo storno, la filza di lumache discioglie il brivio di aceraie, l'anello della maglia incartoccia sulle teste i ninnoli di pietra prima che affoghi in dogli di titanio la rena di cellulosa. Mi parlarono di docili chelonie, ocracei ciottoli e spati di viandanti, di gerbere nel raggio di lanugiosi palmi, la diaspora di macine e di armenti. Era il cinabro pelago un nicchio di calille nel cielo che s'infosca sul piumaccio, dove sopravvive la cocciniglia, e la lantana, sotto teche d'eliodoro; distinguo dalla specola il perno della ruota, l'ultimo nome inciso nella secca, si vetrifica il lago di scarlatti brani dove hai colto invaiati pummeli, l'avito gesmino e la catalpa, l'assecchita pieve e l'amaranto. Ricadono i pensieri come forme di alveari, in silico si foggia l'agapanto il dismentato stazzo, smatassati tomboli di romite nebule si sperdono in liquate florescenze, nella rifusa lacrima del Firmamento. ZYKLUS (Life On Mars)
Inserita il 29/09/2022 alle ore 09:14
Altre frasi di Thea Matera
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma che ricade lène, il primo respiro del bimbo che nasce. Pace, dove un pescatore dispiega le sue reti, l'ottava rifulge nel coro, si sussegue il Do della tambura. Ascolta l'eco di onde lontane, il suono di un flauto nel vento, tintinna il Sol nel passo della Libra, il soffio della luce, il monosillabo. Fluttuano sagome nel refolo ranciato del diagramma, scivola l'assillo sotto barche capovolte, il dilemma della cicatrice. Non tentare di spiegare il colore dei papaveri, il turbinìo dell'ape, la strofa che ti attraversa il petto. Vibrano in crescendo galassie sconosciute, purpuree stelle, lo splendore della porziùncola di prati rossi, il cosmo che affiora dal buio tra le ali di una colomba. (COSMOGONIA, Notte Stellata)
Inserita il 31/03/2022 alle ore 11:15
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Scritto da Utente anonimo
Il 05/05/2024 alle ore 05:56
Tutti possono sbagliare, ma pochi hanno il coraggio di ammetterlo
Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 15:34
Interessante, però nel periodo di Pascal, adesso direi molto meno...
Scritto da Utente anonimo
Il 29/04/2024 alle ore 15:13
Il coraggio si manifesta quando affrontiamo le nostre paure, e quando lo facciamo, scopriamo che il più delle volte non c'era niente da temere...
Stefano
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