Frase di Mary Frances Kennedy Fisher
L'odore della cottura del pane, come il suono dell'acqua che scorre leggera, è indescrivibile nella sua evocazione di innocenza e delizia.
Inserita il 11/05/2022 alle ore 08:16
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Pane, Sacra Luce, Pane Santo che ravvede e schiara, Pane antico, fra braccia sopraffatte di contadini scalzi, nei campi giugnoli profusi di spighe e fiordalisi. Pane nero, tra mani grinze imbianchite di farina, di donne pavorose in frusti scialli. Pane amaro, brucia il sale dell'impasto sopra il cuore, mestato pane d'orzo, implorato pane secco, nei sacchi scabri di mandorle verdi. Thea Matera ©️ (PANE NOSTRO)
S'è distanziata l'ombra dalla meridiana, gira sul fuso il mondo e la sua ruota, - siffatti l'àncora ed il calcagno - sulla prodaia, fissati come chiodi, flagrano capelluti sfagni. Chiude gli occhi, tutto tace, sulla provenda, plicata a dense strisce, mansueta scorre l'anima in un corpo di limace. Senza riposo rotava il chiurlo, girava sul pennone come goccio l'astrolabio, si salvò il pompelmo fra le rose, in mare aperto il periplo a levante decantava il blu di Prussia del piumaggio. Dalla sediòla scambiò per apparenza il pianto di cicale, di solito non liquefa la foglia la confidenza fatta, come un sorriso di traverso fa la pesta di caprini, dall'abbaino, in disparte, raffila un arrotino il disegno delle nasse. In crogioli e matracci distillava il senso delle cose, temperava nel piatto la sua mela, s'affacciavano nella controra, come due occhi, gli orologi, e non si sperde - dagli tempo - sconnesso il solido in due punti... scese a pennello il guscio sull'artista, la rara convinzione di fragorose nuvole, la mola che sfugge all'orma di due distinte fragole. Sa di sale - è già partita - l'onda disciolta come neve, dove la voce diventa bosco, insetto che disvuole l'acqua di garofani, mutavano le triglie nell'acquaio, la fibra dell'alga sulla scrivania. Che fine ha fatto, disteso, appollaiato sul ramo di camoscio, adiacente all'ago della bussola divorava fino all'ultima parola, semmai disfece la coerenza il polline sulla veranda, s'aggiunse pure in là della pagliola il cespo millefoglie di lattuga; chissà se il cembalista suonerà le prime sette note del notturno, accresce in lui la netta meraviglia di sfuse primavere nei bistrot, nei graffiti sulle porte dei mètro. PASCORE (Eingedenken).
Inserita il 20/03/2023 alle ore 15:32
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Scritto da Utente anonimo
Il 15/05/2024 alle ore 19:23
Che brutta cosa…
Scritto da
Claudia
Il 15/05/2024 alle ore 09:11
Tutti mi dicono che la mia incapacità di essere razionale è un difetto, ma in realtà vedete che è quasi un requisito per essere felici? ❣
Mi sono sempre chiesta che effetto facesse il suono della nostra lingua a chi non è italiano, ma non immaginavo questo...
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