Frase di Thea Matera
Nel vaso diluito di luce, giacciono foschi petali grinziti, galleggiano cerchi d'acqua, nel ristagno della boccia. Si scostano sfrangiati lembi di vaniglia, si schiara il cìprio acanto, scende l'ombra di terre avvinte, il sonno breve, a passi lenti. Sèrpeano vizzi filamenti sotto cespi di seccati, rasentano alberi d'ogni parte, gran copia di castagni, nel verdacqua del ponte s'incrampa la frondura. Arsiccio tralcio sotto raggi di lumini, illividisce il cinabro intrigo, lanùla vena d'orto di foglie cuoriformi. S'incunea rossigno il piumacchìno, aduggia il cèsio muschio, la forma d'acqua in divenire, la palpebra si aggruma il nodo va in tensione. L'enigma ritiene, sulla soglia, la Poesia, la congiunzione articola in crescendo, controvento. (JARDIN D'AUTOMNE, The Poet's Garden)
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Frasi affini
Si frammentano fiocchi in sagome disformi, si forgiano colonne a ritmo lieve, ocellati gusci cavi scendono come incorporee stelle, come iota e gamma si sfa la goccia acìcula, galleggiano trine nel petto cinetico di marmo. S'increspano ghirigori brulli, la catarsi esagonale, si sfilano rami d'acquerugiola. Solenne l'abete brilla di nevischio, nello scollinare di pernici bianche, immerso in una luce d'ocra, e raggi di lumini capriolano sulla falciola adusta, ricade sul palmo rubizzo un velo di spilli ghiaccei in solidi quarzini. Si muovono invitte ombre tra lamèlle di madrèpora, fluttuano dime di carta biancofumo in un'aria di castagne e legno secco di Prugnolo selvatico, di piumaggi argentati di zìgoli. Stridono le rotaie sul pietrisco ed i vagoni rombano come tamburi nebbiati, in un lezzo di metallo, e di sfasciumi accostati ai muri scalcinati. Brulicano sentori di primevi pini nel tinnìo di stoviglie ramate, il re bianco è in arrocco sulla scacchiera, ad un passo dalla torre ferma, e sul reticolo, in lontananza, danzano bioccoli, nel riflesso concavo s'eternano disegni d'acqua, archerotipe circonvoluzioni, lepide anse, lunati bovoli. (Le Mystère Des Flocons De Neige)
Il Poeta guarda alla vita fissando la finestra, scorgendo l'anima nei rami, scrutando il respiro impalpabile del cielo. Protervo fiore tra suole impolverate, sulla riva divelta e sfatta, irridente acrobata su traversine di seta. Gira in bicicletta per le strade vuote masticando sillabe e fonemi, a bagnarsi gli occhi di luce, a guardare stormi di allodole volare, il nembo pendulo sospeso sul trapezio. Restano tra le righe, le parole, si dilatano le pupille di pozzi nascosti, dove l'acqua rifulge e s'eterna, dove, a schiere, sprofondano le stelle. E cerca il sole, la goccia d'acqua che si fa lacrima sul volto della pietra, il pi greco dello sciame, il mare riflesso sui muri bianchi delle case, dove ricadono glicini a grappoli mentre nubi s'affoltano su chiome di vaniglia e l'umbella. Càpita di restare seduti su ciocchi traversi ad aspettare l'alba, ad ascoltare il frinire di cicale stanche, il rombo dell'aereo che assorda, di camminare sui sassi appuntiti di terre antiche, fissare l'ultima bolla di sapone addormentarsi sull'erba. M'insegni a guardare oltre la pioggia, al di là di ombre indolenti, del riverbero della magnolia. SUNLIGHT ON THE HOAR FROST (La luce del sole sulla brina)
Un libro di versi s'acquista forse per curiosità, o per diletto, ancor più per una bella copertina, occasionale riflessione sul tema- la poesia è ciò che annoia e non ristora- un tecnico quanto inesorabile tourbillon d'improduttivi versi e rime da scolaretti, insensatezze poco importanti. Sicuramente una nuova raccolta di poesie non fa la differenza e, con buona probabilità, a pochi, o nessuno, interesserà la profusione di parole scritte in bella copia. La poesia intimorisce - la parola ci attraversa - la poesia non è lettura complicata, è parte del vento, come la musica, non lontana dal nostro caffè nero, dal tempo che ci piega, dall'occhio ancora stretto dalla notte, dall'angolo violaceo del pc acceso, dalla disutile conversazione che accende il giorno d'apparenti attese. La poesia decanta la stagione che c'involge e ci foggia, non si defila dalla sostanza delle cose- oralità desueta- non è gassosa percezione di smorte voci che tornano da passati muffi di zavorre, l'ambage che ristagna sulle forme e si fa polvere della ragione. Il Poeta non ama sostare sotto i riflettori, non giunge ad alcun traguardo, non è un numero, il punto o la virgola, il rudimento automatista, non il triste clown della foto in bianco e nero, inconsapevole oblio dell'opera a stampa... la fama è un'ombra che appiattisce. POÈTES, DANSEURS REBELLES SOUS LA PLUIE.
Inserita il 31/07/2023 alle ore 11:59
Altre frasi di Thea Matera
Dalla colonna sale il niello di velluto, ruotano libellule sopra il mento glauco del fossile binario, l'ornitio rinvolge l'imbrunato nubilo. Mi sorprende la fiumara di glicini e l'aurora di violino sui Navigli, i cespi di springeri ordinati sui carretti, la cenerognola schiribilla in un volto di ametista. I giardinieri tagliano rami e ginestre, gambi di craspedia, i colletti di schizanthus, e dal planisfero rampollano barchette di carta e girandole, si ridesta l'ombra stagna. S'appoggia, èlice giuntura, allo smasso di puntelli mentre finata si svergola la forma conica del lucernaio. IL GLICINE DA VINCI (L'Anello Del Tronco)
Inserita il 29/04/2022 alle ore 15:08
Tremante la festuca all'ombra della tesa, annotta l'emisfero di cinciallegre. Duettano trepide lanterne sulla guglia del brolo illune, s'incatenano nel dilucolo frastagli di comete, il fuso disarma l'ubbìa del rovaio, la ceppicona aureola, lo scrimolo del formicaio. Non conosco il disincaglio del naufragio, il ruglio del verso ermetico, la piegatura di parole nuove, s'annidano lepide lame di luci sui fondali. Non specchia sul mare lo svelo di róffia, di corrosi ricci si muschia il blulivio della feritoia, s'addensa l'imbrifero siderale. Si spande un silenzio di cormorani nello screzio di enervati giunchi. (The Blue Cape)
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Scritto da Utente anonimo
Il 05/05/2024 alle ore 05:56
Tutti possono sbagliare, ma pochi hanno il coraggio di ammetterlo
Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 15:34
Interessante, però nel periodo di Pascal, adesso direi molto meno...
Scritto da Utente anonimo
Il 29/04/2024 alle ore 15:13
Il coraggio si manifesta quando affrontiamo le nostre paure, e quando lo facciamo, scopriamo che il più delle volte non c'era niente da temere...
Stefano
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