Frase di Paola Felice
Pensavo che, alle mani, mancano altre mani. Così come agli occhi, altri occhi. E ad ogni anima manchi, da sempre, quella a lei destinata per compiere il viaggio.
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IL RITORNO PIÙ LUNGO È A SE STESSI C'è una solitudine che non si colma con presenze, ma con verità taciute a lungo. Puoi essere circondato, amato, cercato, eppure sentirti lontano da te. Non mancano gli altri. Ti manchi tu. Quel frammento dimenticato che un tempo ascoltava i battiti, che credeva ai sogni, che non si lasciava per dopo. Per anni rincorri promesse, travesti la stanchezza da coraggio, confondi rumore con compagnia. Ma il vuoto non si inganna: ti attende silenzioso, come una casa lasciata chiusa troppo a lungo. E lì comprendi: l'assenza più devastante non è quella di chi se ne va, ma la tua, quando ti abbandoni a vivere in funzione di altri, dimenticandoti. La solitudine allora diventa soglia, il silenzio, maestro. perché il ritorno più lungo è quello verso te stesso. E non ti servono mappe, solo il coraggio di restare, stavolta, fino in fondo.
Inserita il 13/07/2025 alle ore 12:28
"Quando l'anima tace"* Vi sono dolori che non parlano, ma si rannicchiano nell'anima come bambini smarriti nel freddo. Gridano senza voce, si aggrappano alle costole, vivono nascosti tra sogni spezzati e silenzi educati. L'anima, stanca di guerre invisibili, indossa sorrisi come corazze, mentre dentro crolla con grazia antica, come un tempio che implode senza fare rumore, per rispetto verso ciò che ha amato troppo. Cammina non per fuggire, ma per restare fedele a sè stessa, con passi lenti e sacri sulle macerie delle proprie promesse. Non chiede luce: diventa brace che scalda, resta accesa anche nel vento. E quando nessuno ode quel crollo silenzioso, lei si fa terra, nutre con il suo stesso dolore, genera forza dove prima c'era vuoto. Porta le ferite come reliquie, e abbassa lo sguardo non per vergogna, ma per reverenza. perché chi ha conosciuto l'abisso non cerca salvezze cerca presenza. Occhi che restano anche quando la luce vacilla. E lì, in quell'istante rarefatto, non ha più bisogno di parole. Basta un respiro, e l'anima tace. Ma non è più sola.
Inserita il 01/07/2025 alle ore 16:29
Celebriamo la vita, non quella perfetta, ma quella che resiste. Quella che cade e si rialza, che trema ma continua a camminare. Celebriamo ogni cicatrice come una stella incisa sulla pelle, ogni sogno rinato dal silenzio, ogni scelta fatta con le mani tremanti e il cuore intero. Celebriamo il nostro futuro, non perché sia certo, ma perché è *nostro*. perché lo scriviamo ogni giorno con le parole che non abbiamo più paura di dire, con i passi che osiamo fare anche nel buio. Siamo radici, siamo vento, siamo ciò che sopravvive al tempo. E oggi, con tutta la nostra storia sulle spalle, *scegliamo di fiorire ancora.* Scegliamo di fiorire ancora, anche quando il terreno è arido, anche quando la speranza pesa più dell'aria. perché in noi c'è una forza antica, che non chiede il permesso di esistere *esiste* e basta. Come l'alba dopo una notte lunga, come il canto che nasce dopo il pianto. Celebriamo ogni passo, anche quello incerto, perché è prova che stiamo andando avanti. Celebriamo le nostre voci ritrovate, i "no" detti con coraggio, i "sì" sussurrati con l'anima. Celebriamo l'amore per noi stesse, che non è egoismo, ma *cura sacra.* Siamo donne d'ombra e di luce, madri dei nostri inizi, custodi del possibile. E se la vita ci chiama, non importa con quale voce: noi rispondiamo. *Presenti. Intere. Libere.*
Inserita il 13/07/2025 alle ore 12:28
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Scritto da Utente anonimo
Il 17/03/2025 alle ore 11:23
Ma se a causa della stupidità della massa x io devo rischiare la vita, il lavoro, la libertà e la salute dei miei figli, permetti che mi possano girare un pochino gli zebedei?
Paolo R.
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