Frase di Thea Matera
Cercami nella pioggia d'agosto, nelle stelle cadenti, nei ritagli dei ricordi incastrati nel cuore.
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Mi cercherai, nella pioggia d'agosto, nelle stelle cadenti, nei ritagli dei ricordi incastrati nel cuore. Mi sentirai, nei giorni dei sogni più belli, nei voli brucianti al di là del cuore, nel profumo dell'alba, dopo la tempesta. Ricorderai ancora le orme dei miei passi, gli attimi di sabbia fra le pieghe delle mani, e sfideremo il buio, con le ali dentro al petto…. (Moonlight Night)
Mi cercherai, nella pioggia d'agosto, nelle stelle cadenti, nei ritagli dei ricordi incastrati nel cuore. Mi sentirai, nei giorni dei sogni più belli, nei voli brucianti al di là della pietra muta, dell'orbita di raso, l'equilatera distanza, nel profumo dell'alba dopo la tempesta. Ricorderai ancora le orme dei miei passi, gli attimi di sabbia fra le pieghe delle mani, e sfideremo il buio, con le ali dentro al petto….
Attenderò il tuo manifesto passo nella pioggia d'agosto di sbiancate volte, sulle campate sponde di stelle cadenti, e mi ritroverai, al di là del piceo serro, nell'orbita di raso, negli occhi di chi ti sarà accanto, accosto alla pietra muta seduta sopra una sillaba di sale. Furente come l'acqua che rovescia gli argini traverserò rinserrati sogli, predaci abissi, l'orizzonte e la risacca, strozzati alvei di acquaioli dopo la tempesta. Risalirà la tua voce dai ramosi zocchi di boscaglia ne coglierò il suono anche nel vento, tra i rovi delle mie paure, serberò gli attimi di sabbia fra le pieghe delle mani e cingerò l'orma delle tue vele sfidando il buio, con le ali dentro al petto. DIAPSÀLMATA (Preludio).
Inserita il 25/03/2023 alle ore 13:30
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Si frammentano fiocchi in sagome disformi, si forgiano colonne a ritmo lieve, ocellati gusci cavi scendono come incorporee stelle, come iota e gamma si sfa la goccia acìcula, galleggiano trine nel petto cinetico di marmo. S'increspano ghirigori brulli, la catarsi esagonale, si sfilano rami d'acquerugiola. Solenne l'abete brilla di nevischio, nello scollinare di pernici bianche, immerso in una luce d'ocra, e raggi di lumini capriolano sulla falciola adusta, ricade sul palmo rubizzo un velo di spilli ghiaccei in solidi quarzini. Si muovono invitte ombre tra lamèlle di madrèpora, fluttuano dime di carta biancofumo in un'aria di castagne e legno secco di Prugnolo selvatico, di piumaggi argentati di zìgoli. Stridono le rotaie sul pietrisco ed i vagoni rombano come tamburi nebbiati, in un lezzo di metallo, e di sfasciumi accostati ai muri scalcinati. Brulicano sentori di primevi pini nel tinnìo di stoviglie ramate, il re bianco è in arrocco sulla scacchiera, ad un passo dalla torre ferma, e sul reticolo, in lontananza, danzano bioccoli, nel riflesso concavo s'eternano disegni d'acqua, archerotipe circonvoluzioni, lepide anse, lunati bovoli. (Le Mystère Des Flocons De Neige)
Le strade già profumano di zucchero filato, di arance e di canditi. Lumeggiano le stelle e l'agrifoglio, la nebbia silenziosa avvolge i comignoli di vecchie case, dove ancora arde la legna nelle stufe, e l'aria s'accende di ricordi. Ho disegnato il mio alberello sopra un foglio, l'ho guardato, spoglio... L'ho colorato. Verde intenso il mio alberello di carta, un piccolo abete solitario nell'ispida bruma di luci discoste, su bianca distesa. M'è tornato in mente che fra poco è Natale, ed il mio alberello, al centro del foglio, mi fissa... Composto, sul foglio liscio, in assenza di tempo e lampi, di torpidite zolle.
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Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 15:34
Interessante, però nel periodo di Pascal, adesso direi molto meno...
Scritto da Utente anonimo
Il 29/04/2024 alle ore 15:13
Il coraggio si manifesta quando affrontiamo le nostre paure, e quando lo facciamo, scopriamo che il più delle volte non c'era niente da temere...
Stefano
Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 12:47
L'ho sempre sospettato che l'umanità è più stupida che geniale...
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