Frase di Roberta Carrieri
Via le lame dal mio cuore via le cose che lo umiliano.
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Il cuore batte, e lentamente ci trascina verso l'inizio di ogni nuovo solstizio, portandoci quasi per mano, e ricordandoci ad ogni suo battito l'attrazione, che permette all'anima di orbitare su questa Terra. Senti il tuo cuore che batte amore, e l'odio diventare amore, Senti il tuo cuore portare il tempo, seguilo e lasciati trascinare dal vento, Senti il respiro della foresta, e il sole dietro la tempesta, Senti Dio e il suo messaggio, e l'impronta lasciata ad ogni suo passaggio, Senti i profumi portati dal vento, e i suoni toccati dal tempo! Senti ogni nuovo giorno sorgere nelle tue mani, e la luna attendere il tuo domani. Matura con la natura, e porta la pace e l'amore nel tuo cuore, preparati alla felicità e al dolore, abbi fiducia in Dio, dormirai serena nel tuo letto, coperta dal suo tetto. E allora senti il vento accarezzare il grano, e da una mano una farfalla spiccare il volo, senti l'equilibrio fra cuore e mente, e Dio sarà con te perennemente! La vita è preziosa, e come una rosa raccoglila dai cuori frugiferi, e conservala dentro di te!
Vedi Gregor come si sbricia la pagina del tempo, ti specchi nell'amore nell'occhio che s'incurva, si stenebra lo scheggio, dell'inope vigliaccio non resta che uno stocco, questa estraneità della bellezza, dell'armonia stravolta in un catino di mondiglia. E si affannava in petto il suono della cetra, il movimento di abscisse code, nell'agoraio sparve un velario di cetonie; alla pispillòria si oppose il gracidio di raganelle, al chiòccio un sommerso sibilo. Non so se più sofferse a conciliare il mortaio col pestello, tùrbinava sul viale lo sfoglio della spera, enfiava sul ciglio un mielato di lapilli, neppure le radici s'avvitavano al torpeo calcagno, ai rugginiti corrimani, a chi s'illuse di trovare linfa nelle lame di dubbiati arcani. Non di rado nel carnet s'arresta la grammuffa del parolaio, la gravezza della quiete in bigie rubrìche, in un pulviscolo di nomi ti smemorò il serrato ghigno. Sdruccioli greppi trafiggono il tempo ed il suo giogo, sortiva in esso un sogno il rostro del cappello sulla fronte; l'arte non ritempra la gabola di stilèmi lo svàrio di parole rare nel folto della crepa, non scevra il disgrammato peso sullo sfondo, il respiro denso della melitèa sulla plafoniera. IL SENSO BREVE DELLA FORMA (Wabi-sabi)
Inserita il 02/08/2022 alle ore 08:55
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Scritto da
Monia
Il 09/05/2024 alle ore 10:58
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Scritto da
Valerio
Il 07/05/2024 alle ore 15:35
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Scritto da Utente anonimo
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