Frase di Thea Matera
Apparve - incandescente lettera - la parola pronunziata, al di là del suono che la compose sul fondo del terrario. Sono foglie rotonde gli occhi dei passanti, la sola pianta che si dirama in campi di radici e rivive in redamate forme, nell'anima del mondo...
Inserita il 27/10/2023 alle ore 19:04
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Frasi affini
È Maggio sui roseti della chiostra, del cavedio rimurato, è Maggio sul bianco terso di risaie, sullo zincone del pesco quieto, sui crodati, sulla bussola, sul tamarillo arsato. Radiante birlo nei globuli di Andromeda il finato linum di lapislazzuli, neralbo remiga un calabrone, s'invola dal bosso di bordura. Sbiocca sul baio stelo il muzzo refolo di calathea, si sfiorano gale sul piancito, di radici nell'invaso e sul mughetto. È Maggio, annotta l'emisfero sui collinari sul fondo bigio dell'orologio, contrae l'ovale, in un'orbita sapiente, il plenilunio. (CALENDIMAGGIO)
Inserita il 02/05/2022 alle ore 13:39
Altre frasi di Thea Matera
Un libro è fervido fine intrepido percorso, sentiero impervio lastrico di sensazioni, di parole finite, di voci da imprimere e pensieri da scartare, di fogli spezzettati ravvolti malamente, zeppati di grovigli strampalati, veloci appunti e dimenticanze quasi a voler congelare il tempo, l'impressione di un'occhiata sfuggente, l'istantanea sfocata, la frase scritta per tedio o per diletto, il ricordo sviato, appannato e trattenuto sopra un taccuino scordato in un cassetto. Un libro è l'imperscrutata soglia, lo sfaccettato enigma, è un brivido d'arsura, aguzza parabola, l'ignoto limbo. Un libro è il ritorno alla memoria, alla feconda azzurrità. MISREAD (La Voce Dello Scrittore)
Inserita il 26/04/2022 alle ore 15:25
Una stanza. Una valigia lilla ed una raspa, ricadente mandorla - una sacca - l'ombra di gigli sull'attaccapanni, fa un cappotto d'incerati trucioli la notte. Nello specchio una stanza. Ha due porte, improbabili comparti, in due metà si scinde il trompe l'œil dei giardini di Bordeaux, rallumina il vecchio poster de Le Procope nel cigolio di porticine, nell'occhio fisso di stupore un chiodo viola regge un quadro di scarlatti, solidago un vaso di puntine. ... Sul chiavistello s'impaura, pallido geco, del vuoto della parola che trabocca, di sogni e mete trafitti da un inganno, ciò che ristagna - opalescenza - in una coppa di vestigia, a mezza voce, di finestre cieche, smesse cartografie sulle vetrate degli Atenei. Una linea s'infittisce sul vizio della serratura - fascio di luce in una tazza di caffè - risplendono di una bellezza resa le fave sui tavoli ed il pane, al centro dell'aura sul davanzale - raggiato faro di legno - fa da sipario agli assecchiti vanni l'ansa poco illuminata, lo sgocciolìo della fruttiera ritaglia sul velario una ciliegia blu sullo stuoino. (STIMMUNG - I Parte).
Inserita il 07/07/2023 alle ore 12:15
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Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 15:34
Interessante, però nel periodo di Pascal, adesso direi molto meno...
Scritto da Utente anonimo
Il 29/04/2024 alle ore 15:13
Il coraggio si manifesta quando affrontiamo le nostre paure, e quando lo facciamo, scopriamo che il più delle volte non c'era niente da temere...
Stefano
Scritto da
Nicola
Il 29/04/2024 alle ore 12:47
L'ho sempre sospettato che l'umanità è più stupida che geniale...
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