Fernando Pessoa | AforismiCitazioni.it

Non voglio ricordare nè conoscermi. Siamo troppi se guardiamo chi siamo.

Tutto ciò che esiste, forse esiste perché esiste un'altra cosa. Nulla è, tutto coesiste: forse è proprio così.

Quando potrai dire il tuo grande amore, il tuo grande amore smetterà di essere grande.

Quando mi sveglierò dall'essere sveglio?

Nell'amore sessuale cerchiamo il nostro piacere ottenuto attraverso un corpo estraneo. Nell'amore che non è quello sessuale cerchiamo un nostro piacere ottenuto attraverso un'idea nostra. [...] Perfino l'arte, nella quale si realizza la conoscenza di noi stessi, è una forma di ignoranza.

Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste.

Scrivere è necessario. Vivere non è necessario.

L'unico senso intimo delle cose | è che esse non hanno nessun senso intimo.

Vissi, come erba, e non mi strapparono.

Due persone dicono reciprocamente "ti amo", o lo pensano, e ciascuno vuol dire una cosa diversa, una vita diversa, perfino forse un colore diverso o un aroma diverso, nella somma astratta di impressioni che costituisce l'attività dell'anima.

In me ogni affetto si verifica in superficie, ma con sincerità. Sono stato sempre attore, e sul serio. Ogni volta che ho amato ho finto di amare, e ho finto come me stesso.

Oggi sono lucido come se non esistessi. Il mio pensiero è evidente come uno scheletro, senza gli stracci carnali dell'illusione di esprimere. E queste considerazioni non sono nate da niente: o almeno da nessuna cosa per lo meno che sieda nella platea della mia coscienza. [...] Vivere è non pensare.

Non cantare più! | Voglio il silenzio | per dormire | qualsiasi ricordo | della voce udita | incompresa | che fu perduta | perché l'ho udita.

Niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile.

A volte, quando alzo la testa stanca dai libri nei quali segno i conti altrui e l'assenza di una vita mia, avverto una sorta di nausea fisica che forse deriva dalla posizione curva, ma che trascende i numeri e la delusione. La vita mi disgusta come una medicina inutile.

Il mio male peggiore è di non riuscire mai a dimenticare la mia presenza metafisica nella vita. Di qui, la timidezza trascendentale che terrorizza tutti i miei gesti, che toglie a tutte le mie frasi la linfa della semplicità, dell'emozione diretta.

L'uomo è diverso dall'animale solo perché non sa esserne uno preciso.

Un uomo, se possiede la vera sapienza, può godere l'intero spettacolo del mondo seduto su una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, soltanto con l'uso dei sensi e il fatto che l'anima non sappia essere triste.

Sei solo. Non lo sa nessuno. Taci e fingi.

Il binomio di Newton è bello come la Venere di Milo. Il fatto è che pochi se ne accorgono.