Arturo Martini | AforismiCitazioni.it

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Frasi di Arturo Martini

La scultura resta quello che è: lingua morta che non ha volgare, nè potrà mai essere parola spontanea fra gli uomini.

Troppo umana, la statua, per raggiungere l'anonimo.

Il contrasto di forme e di valori diversi soccorre risolutamente, nelle arti, alla costruzione ritmica dell'opera.

Riprova la servitù della scultura al soggetto l'impossibilità di metafora.

L'aspetto della scultura è squallido e triste come quello di un seme posato sul marmo, cioè fuori di ogni possibilità di vita.

La sensibilità deriva sempre da pochezza sanguigna, è una specie di convalescenza che anche l'uomo sano può procurarsi facilmente prendendo una purga.

Oggi gli scultori non fanno che tentare qualche variazione su temi ai quali, uno per uno, gli antichi hanno già dato scacco matto.

Oggi, per un artista che partecipi al suo tempo, è più viva una "natura morta", ispirata da un avanzo di verdura, che tutti i miti esaltati nel tempo antico.

Parole note volumi non sono che materiali, mezzi che l'artista di volta in volta tramuta in valori essenziali.

Nessuna magia di esecuzione può fare di un errore una verità, da cui trarre leggi universali.

Fonte d'estasi oggi un limone quanto una venere.

perché la scultura che può fare una venere, non può fare un pomo?

La scultura è sempre vissuta di vita parassitaria; aderendo come un rampicante alla superficie di un'immagine e assumendone la forma, ha finito per credere quella forma la sua propria essenza.

L'arte non sopporta teorie, generi, stile. È un discorso spontaneo, misterioso ma fatale, come lo svolgersi della nascita nel grembo materno, una facoltà naturale eterna che stupisce per la semplicità di ripetersi nel tempo come il filo d'erba.

L'arte non è interpretazione, ma trasformazione.

Insipida come ogni primizia l'arte dei ragazzi prodigio.

In arte qualsiasi sentimento dev'essere dato e non sentito: chi sente trema e non farà mai centro.

L'artista che si copia riduce la sua opera a una specie di commercio personale, redditizio perché a serie, ma infinitamente monotono e triste.
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Il 02/02/2023 alle ore 11:33
Un animale agisce per istinto, è nella sua natura comportarsi nel modo in cui si comporta, non può farne a meno. Un uomo, invece, non agisce per istinto, o almeno quasi mai, quasi sempre è governato dalla ragione, le sue azioni sono quindi frutto di scelte ragionate e consapevoli, nel bene o nel male. Da qui il mio commento iniziale, più una specie è intelligente e meno agisce per istinto, di conseguenza il suo ragionamento potrà portarlo a compiere atti di estrema bontà o malvagità. Per es Hitler ha scelto consapevolmente di essere crudele (e non era affatto stupido, anzi…), mentre Martin Luther King di essere buono, battendosi per l’eliminazione di ogni discriminazione razziale, questi estremi di bontà e crudeltà negli animali non li troverai mai, semplicemente perchè essendo specie molto meno intelligenti di noi, agiscono per istinto.
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