Frase di Raffaella Frese
La mia forza interiore, È una voce che non urla, ma sussurra nel vuoto quando tutto tace. Quando il nemico "cancro " avanza, ma lei lo aspetta senza timore. È la forza che nasce nel silenzio delle lacrime, quella che non hai scelto, ma che ha scelto te nel momento in cui non restava più nulla da perdere. È l'anima che si ricuce con le dita tremanti, la volontà che resiste quando anche la speranza si è assopita. Non fa rumore, non chiede applausi, ma è lì, ogni volta che cadi, a ricordarti che sei più viva di quanto credi. La mia forza interiore, È quella forza antica, primordiale, che scava tra le rovine e accende scintille dove tutti vedono cenere. È il battito che continua anche quando il cuore è stanco, il respiro che insiste anche controvento. Non viene dal mondo, ma da dentro dal punto più profondo in cui dolore e luce si stringono la mano. È la forza del "nonostante tutto", di chi ha tremato, ma ha scelto di camminare ancora. E in quel passo incerto c'è tutta la dignità di chi non si arrende, ma si trasforma…trasmutandosi in qualcosa di nuovo, non più solo ferita ma fiamma, non più solo sopravvivenza ma rinascita. È il coraggio silenzioso di chi attraversa l'ombra e ne esce con occhi che vedono oltre, con mani che non stringono più catene, ma possibilità.
Inserita il 30/06/2025 alle ore 15:01
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Frasi affini
Celebriamo la vita, non quella perfetta, ma quella che resiste. Quella che cade e si rialza, che trema ma continua a camminare. Celebriamo ogni cicatrice come una stella incisa sulla pelle, ogni sogno rinato dal silenzio, ogni scelta fatta con le mani tremanti e il cuore intero. Celebriamo il nostro futuro, non perché sia certo, ma perché è *nostro*. perché lo scriviamo ogni giorno con le parole che non abbiamo più paura di dire, con i passi che osiamo fare anche nel buio. Siamo radici, siamo vento, siamo ciò che sopravvive al tempo. E oggi, con tutta la nostra storia sulle spalle, *scegliamo di fiorire ancora.* Scegliamo di fiorire ancora, anche quando il terreno è arido, anche quando la speranza pesa più dell'aria. perché in noi c'è una forza antica, che non chiede il permesso di esistere *esiste* e basta. Come l'alba dopo una notte lunga, come il canto che nasce dopo il pianto. Celebriamo ogni passo, anche quello incerto, perché è prova che stiamo andando avanti. Celebriamo le nostre voci ritrovate, i "no" detti con coraggio, i "sì" sussurrati con l'anima. Celebriamo l'amore per noi stesse, che non è egoismo, ma *cura sacra.* Siamo donne d'ombra e di luce, madri dei nostri inizi, custodi del possibile. E se la vita ci chiama, non importa con quale voce: noi rispondiamo. *Presenti. Intere. Libere.*
Inserita il 13/07/2025 alle ore 12:28
Se mi chiedi chi sono, non ti parlerò di nomi o confini, ma di tempeste attraversate a piedi nudi, di fuochi accesi con le ultime scintille del cuore. Sono ciò che resta dopo l'urlo, ciò che resiste dopo la frattura. Non cerco gloria nè pietà, ma verità, cruda e luminosa, che si posa come cenere sulle mie spalle e mi incorona senza rumore. Sono figlia del tempo che non ha avuto fretta, donna fatta di crepe e di rinascita, anima antica che non chiede salvezza, ma cammina, e dove passa, fiorisce. E nel mio passo c'è la memoria di tutte le donne che hanno taciuto, che hanno atteso, che hanno amato senza ritorno e scelto di non spegnersi. Sono la somma delle rinunce e dei fuochi mai spenti, la risposta gentile dopo mille guerre interiori. Non temo più il buio: l'ho chiamato per nome, l'ho abbracciato fino a farlo luce. Ogni mia parola ora pesa come rito, ogni mio silenzio custodisce una preghiera antica. Non sono più la ferita: sono la mano che l'ha guarita. E se la vita mi dovesse ancora piegare, Lo accetterei senza esitare, perché; Sarà solo per insegnarmi come rinascere altre cento volte anche in ginocchio per poi rialzarmi e continuare il mio passo, più vera, più intera, più mia, più padrona del mio destino.
Inserita il 13/07/2025 alle ore 12:28
Ci sono anni che ci attraversano come stagioni impietose, e altri che ci spogliano fino all'osso, ma è solo quando tocchiamo il fondo del nostro inverno che impariamo a riconoscere il valore di un'alba. La malattia non è solo assenza di salute, è uno specchio che ci costringe a guardarci nudi, fragili, veri. E lì, tra il dolore e la paura, nasce il seme di una forza antica, quella che non urla ma resiste, che non corre ma tiene il passo. Rinascere non è tornare come prima: è sapere di essere cambiati e avere il coraggio di vivere con una pelle nuova e un'anima che ha imparato a brillare anche nel buio. Ogni cicatrice è una sillaba incisa nel corpo, ma il verso intero si scrive nel silenzio dell'anima. perché chi ha danzato sul confine sottile tra vita e fine non teme più il superfluo, non rincorre più l'effimero. Ha imparato a riconoscere la bellezza delle piccole cose: un respiro senza dolore, una risata che torna piano, una carezza che non ha bisogno di parole. Il cancro ti scuce, ma può anche ricucirti con un filo più resistente. Ti rende più leggera delle aspettative, più pesante di significato. Ti insegna che il tempo non va riempito: va abitato. Ed è allora, quando nulla è più come prima, che nasce il miracolo: È anche se non sei guarita ancora nel corpo, l'occhio ora sa vedere davvero, il cuore ora sa scegliere, l'anima ora sa ringraziare. Davvero. perché chi è tornato dal buio porta con sè una luce che nessuna notte potrà spegnere.
Inserita il 30/06/2025 alle ore 15:01
"Quando l'anima tace"* Vi sono dolori che non parlano, ma si rannicchiano nell'anima come bambini smarriti nel freddo. Gridano senza voce, si aggrappano alle costole, vivono nascosti tra sogni spezzati e silenzi educati. L'anima, stanca di guerre invisibili, indossa sorrisi come corazze, mentre dentro crolla con grazia antica, come un tempio che implode senza fare rumore, per rispetto verso ciò che ha amato troppo. Cammina non per fuggire, ma per restare fedele a sè stessa, con passi lenti e sacri sulle macerie delle proprie promesse. Non chiede luce: diventa brace che scalda, resta accesa anche nel vento. E quando nessuno ode quel crollo silenzioso, lei si fa terra, nutre con il suo stesso dolore, genera forza dove prima c'era vuoto. Porta le ferite come reliquie, e abbassa lo sguardo non per vergogna, ma per reverenza. perché chi ha conosciuto l'abisso non cerca salvezze cerca presenza. Occhi che restano anche quando la luce vacilla. E lì, in quell'istante rarefatto, non ha più bisogno di parole. Basta un respiro, e l'anima tace. Ma non è più sola.
Inserita il 01/07/2025 alle ore 16:29
Ho scelto di non abitare più la terra del rancore, ma di piantare radici nel terreno quieto della rinascita consapevole, tra alchimia e cuciture, sulla strada di rettifica per la riparazione dell'anima. Non attendo scuse: le ho sciolte nel silenzio. Non cerco giustizia negli altri: l'ho trovata nel perdono. perché chi perdona davvero non dimentica, ma trasforma la ferita in una benedizione nascosta nel dolore. E vivere, ora, è il mio modo più sacro di restare intera. Ora cammino non più per fuggire, ma per ritornare a me, alla mia pace, al mio *shem* inciso tra le pieghe del tempo. Ho compreso che ogni lacrima è stata un'alleanza, ogni caduta un patto silenzioso con la mia forza. E nel perdono ho incontrato Dio, non fuori da me, ma nello spazio sacro dove ho scelto di non farmi più del male.Sono figlia della frattura e della luce, della cenere e del fuoco, e nella mia guarigione dimora la voce dei miei avi, che mi hanno insegnato che solo chi benedice il proprio cammino è già in cammino verso la rinascita, pienamente consapevole della sua forza interiore e della suo coraggio nel vivere in armonia con il proprio cuore e con il proprio destino.
Inserita il 13/07/2025 alle ore 12:28
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Scritto da Utente anonimo
Il 17/03/2025 alle ore 11:23
Ma se a causa della stupidità della massa x io devo rischiare la vita, il lavoro, la libertà e la salute dei miei figli, permetti che mi possano girare un pochino gli zebedei?
Paolo R.
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