Frase di Thea Matera

Tra ruderi intatti e gusci
bianchi di folte vigne
fioriscono le crepe denudate,
dissolvono le terminate rùggie.
Nel ghiribizzo di magnolie,
nella mèstica di rose
su tovaglie disadorne
brillano resupini gambi
di grafite in ceste di panaie,
riemergono lamine di berillio
in serti di viole,
ravviano gerle di pane,
le pregiate porcellane,
nello zendale ampio
di asperèlle e tulipani.
Nei vialetti di foglie
si disfano trame di corvi
dopo il fuoco del tramonto,
il pomo corvino ricade
fra minuzzoli di lana
e la maglia lisa profuma di lavanda,
di marsiglia nei cassetti e sui guanciali,
come un tempo i panni nei lavatoi,
le stoffe di seta e di cotone delle spose.
Nel rezzo salmastro di fogliami
mi sfiora le mani un compìto cenno,
si spalanca sul petto
di verditi campi
un giaciglio di Mimose.

(FIRMITAS - Nel Segno Della Mimosa)
8 MARZO, FESTA DELLA DONNA.

Inserita il 10/03/2025 alle ore 09:01
Tag:DonnaTempoBrillareFioriProfumoFuoco


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1) Cattedrale di Matera-The cathedral of Matera. Ediz. bilingue

2) Il senso della materia-The sense of matter. Ediz. bilingue

3) MERCHANDISING LICENCE BanPresto-Dragon Ball Z-G x Materia-The Vegito Statue, Multicolore, M

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Dove finisce la poesia non consumata, il verso non trattenuto -irrespirato cielo- la parola non compresa, l'incauta scritta in gromme di cemento; cosa rimane della poesia derisa, scostata, della poesia invenduta e le sue dune, dello scurato pregio nelle vene di pennate, nelle lamine di retinervie, di tutta questa poesia offerta in pasto alla sostanza indocile,
ad aride lagnanze.
Ne resta il disunito lembo di acrostici slogati in incompite cale, la digrumata stele, la spocchia decadente nel cincischìo di epigoni, nei baci di fiele disseminati sulle pagine di polvere di Poeti Scapigliati.
Come chiama il poeta il profumo e la sua rosa, il tedio di giunchi assolati nei lobi di rotonde, le fulve chele di una perduta stella?
Inizia in rime sciolte il pamphlet sur la revanche,
la luna non è lontana
ora che si discosta la marea sizigiale dai ceppi atterrati,
e la notte è una stanza di carta. Stornai nientificati equivoci di voci nel diacronico deflesso
che s'annida fra i pronomi,
ti dimenticai nei respiri di malmostose alghe,
in bisillabe disciolte nella mano dello scriba;
non fu chiarore di strade il verdito mento, il tizzo rosso della chiosa.
La festuglia del Fosco disarma
la grafia, per poco s'intuiva la sottile allegoria, si stranisce l'òmero nel colore delle gote, ricade sul davanzale il tempo e la sua storia.
Cosa rimarrà del verseggiato campo, del vùlture a perlustrare il giorno che rinasce alla poesia?


ABGRUND
(In fieri - La Pagina Bianca)

Inserita il 29/05/2022 alle ore 11:35

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Pagina autore: Aldo Carotenuto
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Aldo Carotenuto (Napoli, 25 gennaio 1933 – Roma, 14 febbraio 2005) è stato uno psicoanalista, scrittore e accademico italiano, docente presso l'università La Sapienza di Roma, nonché uno dei massimi esponenti dello junghismo internazionale.

Scritto da Utente anonimo
Il 15/02/2025 alle ore 16:38
Immenso Aldo!
Scritto da Utente anonimo
Il 14/02/2025 alle ore 20:18
Io potrei farne a meno dell'uomo, ma l'uomo non può fare a meno della natura. È banale, ma non è scontata
Scritto da Utente anonimo
Il 17/01/2025 alle ore 18:21
Ora ho capito perchè ti chiamano il poeta del mare....

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