L'università di Salerno sta nella storia. Io non so se tutti noi italiani siamo a conoscenza di questa realtà.

Quando il rapporto figlio-padre entra nell'ambito sacrale della creatività, quando entrambi hanno l'urgenza di dire chi sono attraverso quello che fanno, allora lì emerge la conflittualità, il vedere nel proprio padre i propri limiti.

Tarantino non si discute, ma so anche che è una persona particolare, a cui piace giustamente giocare con gli eccessi, se lo può permettere, lo sa fare e si diverte.

Il cinema "di resistenza", è il cinema d'autore, un cinema che ha dovuto fare fatica per sopravvivere, che i critici a volte affondano. Penso che l'artista debba avere uno sguardo d'insieme e non fermarsi a pensare a quello che piace o che non piace.

Anche se alcuni critici dicono il contrario, io penso esclusivamente alla letteratura. Il cinema quando viene, viene dopo.

Da ragazzino tenevo degli album che riempivo con tutti i film che vedevo e ne vedevo tantissimi - raccontava - scrivevo le mie minicritiche, mettevo già le stellette anche se non si usava, scrivevo tutto il cast, dagli attori al direttore della fotografia. Ero un vero malato di cinema.