Quando lavori con degli attori professionisti tutto si basa sulla fiducia.

Una notte non riuscivo a dormire, ero seduto nel mio ufficio e capii ciò che ero: un regista indipendente.

I fumetti e le graphic novels sono mezzi estremamente potenti, ma non vengono adeguatamente considerati.

Quando vado al cinema voglio finire in un mondo diverso.

Il mio romanzo d'esordio, Divorati, a cui lavoravo da una vita (volevo diventare scrittore, non regista) dovrebbe diventare un film, ma non per le sale: sarà per le nuove piattaforme. Oppure una serie tv. Il cinema tradizionale sparirà, resteranno i supereroi.

[Pasquale Squitieri] Lavorare con lui mi crea più ansia che lavorare con qualsiasi altro regista, perché, anche facendomi molto soffrire, mi mette sempre di fronte alle mie responsabilità, di donna oltrechè di attrice, rispetto al personaggio.

A Cinecittà si lavora con particolare piacere e concentrazione, e questo vale tanto per il regista quanto per gli attori ed il resto delle maestranze.

Fare un film è altra cosa dal valutarlo, sono "mestieri" diversi. Alle volte però sono stati praticati entrambi e il lavoro di critico è diventato quasi una premessa, più o meno esplicita, di quello di regista.