Frase di Paola Felice

"Guarda i bambini, per esempio. Anche se giocano lo fanno seriamente. Guardali quando disegnano. Reclinano lievemente il capo da un lato e tengono la lingua tra le labbra. Concentratissimi. E poi guardano nel vuoto. Qualcosa che noi non vediamo. Che vedevamo e ora non più. In quello spazio vuoto, loro sanno vedere tutto. Questo perdiamo crescendo. Quel tutto."

Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia. La cosa più bella della vita è che la nostra anima rimanga ad aleggiare nei luoghi dove una volta giocavamo.

Oh strette, buie, umide strade che salgono verso la Cattedrale, simili a fessure. Per un pelo schivo un enorme secchio di sciacquatura che precipita giù dal cielo. Un ragazzino che stava giocando per la strada, la cui schivata non è cosi netta, guarda in su con quell'ingenuo, impersonale stupore con cui i bambini osservano una stella o un lampione.

Fu una sera dell'aprile scorso che il possidente Davide D'Elia, tornandosene in calesse da una sua fattoria, credette di vedere in mezzo alla strada un agnellino sperduto: guardando meglio si accorse che era un bambino, avvolto in una vecchia sciarpa di pelo nero; così piccolo che al sopraggiungere del veicolo non si mosse neppure, tanto che il cavallo stesso, non facendo a tempo a scansarsi, si fermò di botto.

Con le mani sporche di allegria i bambini giocano coi sassi della via ed i vecchi invecchiano davanti alla tivù con la pipa ed uno scommettiamo in più.

Ho la fortuna di allenare giovani talenti. A tutti loro dico: giocate senza paura, come foste bambini.

Ci serve la forza di cavalcare qualche tempesta per approdare sulle rive più calme. E quando le avremo raggiunte, riconosceremo il valore delle sfide che abbiamo intrapreso.

Chiediti come hai fatto a diventare così. Chiedilo ai giorni dell'amore, quando sorridevi a ogni bambino per la strada, riconoscendo la tenerezza. Chiedilo ai giorni della delusione, quando non vedevi nemmeno il sole, che dentro te lo avevano spento. Chiedilo ai giorni della paura, quelli dove tremavi per qualcuno che amavi. Chiedilo ai giorni dell'allegria, dove cantavi a squarciagola con la testa fuori dal finestrino, e il mare e gli amici che ti scorrevano in vena. Chieditelo, ogni tanto, come sei diventato quello che sei. Così lo capisci che il mondo non si regge sulle tue spalle.

Si arrese. Solo per poter riposare un poco. Perchè era tanto stanca. Per non sentirsi più dire:"Beata te che sei così forte". Si domandò, a quel punto, cosa avrebbero fatto quelli ai quali aveva fatto da stampella...E si accorse che i finti deboli sono immensamente più tenaci dei forti. Che sono come parassiti, e ti succhiano la vita.

Sono le persone i veri luoghi nei quali fermarsi. Patrie da difendere e case da abitare.

Tematica commentata: Guerra
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Pagina autore: Serena Santorelli
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