Frase di Nicholas Sparks
Con il tempo, però, ho capito l'amore non è qualche parolina mormorata a fior di labbra prima di addormentarsi. L'amore si nutre con gesti concreti, di dimostrazioni, di devozione nelle cose che facciamo giorno per giorno.
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Sguardi che si incrociano, sorrisi fugaci, mani che si sfiorano, mezze parole, tanti pensieri....La realtà resta fuori dalla stanza, sul letto solo io e lei, i corpi si fondono come fonde la mente, tutto è meraviglioso, mai così eccitante....Dentro la stanza siamo liberi, per quell'amore voluto, senza tempo, peccaminoso....Sguardi per afferrare in eterno l'istante che presto non ci sarà più....Pochi ore di felicità, la porta della stanza si apre, ognuno per la propria strada...Resta il ricordo, resta il profumo....
Ti distanzi dalle onde dalla radianza di terre emerse, stravagati mulinelli di corolle, dal rosicchiolo corvino. Nel frastuono di scarne spole ricadono tre more nell'incarto di parole, il giardino inerte tace la magagna di filaccia e la luce pare strana lungo il viale di mandaranci, di lampioni strutti come limoni, di vaiate lastre, inerpicate stanze. Tangente il fedito fianco al fiore dissennato alla polpa di zinzania, al grepo sorbo, si perde l'orma del drappello nella malerba di caerdroia, se dimori il tempo sbroglia il romorio stridulo di cingolati nel passo terso di fenice, siffatto screpo che mai si seppe il marrirsi del contrappasso. (DISAMORE)
Inserita il 17/05/2022 alle ore 09:50
Vedi Gregor come si sbricia la pagina del tempo, ti specchi nell'amore nell'occhio che s'incurva, si stenebra lo scheggio, dell'inope vigliaccio non resta che uno stocco, questa estraneità della bellezza, dell'armonia stravolta in un catino di mondiglia. E si affannava in petto il suono della cetra, il movimento di abscisse code, nell'agoraio sparve un velario di cetonie; alla pispillòria si oppose il gracidio di raganelle, al chiòccio un sommerso sibilo. Non so se più sofferse a conciliare il mortaio col pestello, tùrbinava sul viale lo sfoglio della spera, enfiava sul ciglio un mielato di lapilli, neppure le radici s'avvitavano al torpeo calcagno, ai rugginiti corrimani, a chi s'illuse di trovare linfa nelle lame di dubbiati arcani. Non di rado nel carnet s'arresta la grammuffa del parolaio, la gravezza della quiete in bigie rubrìche, in un pulviscolo di nomi ti smemorò il serrato ghigno. Sdruccioli greppi trafiggono il tempo ed il suo giogo, sortiva in esso un sogno il rostro del cappello sulla fronte; l'arte non ritempra la gabola di stilèmi lo svàrio di parole rare nel folto della crepa, non scevra il disgrammato peso sullo sfondo, il respiro denso della melitèa sulla plafoniera. IL SENSO BREVE DELLA FORMA (Wabi-sabi)
Inserita il 02/08/2022 alle ore 08:55
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Scritto da Utente anonimo
Il 19/04/2024 alle ore 08:24
Quanta verità...
Scritto da
Sabrina
Il 18/04/2024 alle ore 13:17
Le relazioni umane sono le cose più importanti che possiamo creare. È fondamentale circondarsi di persone che ci fanno sentire a casa, non importa dove ci troviamo nel mondo.
Tematica commentata: Guerra
Frasi in archivio: 1982
Scritto da Utente anonimo
Il 18/04/2024 alle ore 12:18
Ma, come fate a dire che qui è tutto normale
Per tracciare un confine
Con linee immaginarie bombardate un ospedale
Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane
Non c’è mai pace
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