Frase di Friedrich Schiller

Il mio Signor tu sei, | Tu sei balivo del mio re; ma quello | Che nel suo nome commettesti, osato | Il mio re non avrebbe: in queste valli | Per giudicarne ei ti mandò (severo Giudice, è ver, che grave ira v'accende), | Ma non perchè ti sfreni impunemente | E con gioja omicida ad ogni empiezza: | V'è Dio lassù che vendica e castiga.

Non serve che mi giudichi, tu sai di me solo quello che io voglio farti sapere, cioè meno di niente.

Uno scrittore è un uomo che con una musica gentile si tira vicino un lettore poi gli appiccica una frustata in faccia e questa frustata è salutare perchè o fracassa una menzogna convenzionale o schianta in due un pregiudizio...

La mia anima è sopra il pregiudizio: non credo di averne.

La meditazione altro non è che osservazione. Di quello che hai dentro e di quello che hai intorno. Ed è una forma di osservazione pura: non giudichi quello che vedi, semplicemente accetti che c'è. Ecco la tua tristezza. Ecco la tua sofferenza. Ecco la tua felicità. Ecco il dolore che prova qualcuno intorno a te. Ecco quel pensiero che ti tormenta. Ecco un'alba sul mare.

La camorra, non voglio neanche parlarne, non mi occupo di buffoni capaci perfino di arruolare guardie municipali. Quanto alla 'ndrangheta, ma è sicuro, signor giudice, che esista veramente?

La posterità non intreccia ghirlande per gli imitatori.

è pericoloso svegliare il leone, il dente della tigre è fatale, ma la cosa più spaventosa di tutte è l'uomo nella sua follia.

L'uomo gioca solo quando è un uomo nel pieno senso della parola, ed è completamente uomo solo quando gioca.

È sciocco chiedere agli dèi quello che si è in condizione di procurarsi da sè stessi.

Sono le persone i veri luoghi nei quali fermarsi. Patrie da difendere e case da abitare.

Tematica commentata: Guerra
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