Spike Lee | AforismiCitazioni.it

I neri siamo stati privati della nostra identità quando siamo stati portati qui, e da allora è stata una ricerca per definire chi siamo.

Penso che i neri debbano avere il controllo della propria immagine perché il cinema è un mezzo potente. Non possiamo semplicemente sederci e lasciare che altre persone definiscano la nostra esistenza.

Fare film è uno degli sforzi più difficili conosciuti dall'umanità.

Penso che le persone che hanno dei difetti siano molto più interessanti di quelle perfette.

Io non sono Martin Luther King. Io non ho bisogno di un sogno. Io ho un progetto.

Non credo che sia necessariamente veritiero, nè d'altro canto ha grossa tensione drammatica, un mondo in cui la gente è buona o cattiva al 100%.

Io mi rifiuto di lavorare in questo mondo capitalistico e non avere il controllo della mia arte.

Credo nel destino. Ma non puoi sederti e lasciare che il destino accada.

Non so che tipo di nazione siamo che esclude l'arte, la musica e la palestra dal curriculum della scuola pubblica.

Tutti i registi sono narratori.

I neri siamo stati privati della nostra identità quando siamo stati portati qui, e da allora è stata una ricerca per definire chi siamo.

Penso che sia molto importante che i film facciano guardare alle persone ciò che hanno dimenticato.

Penso che i neri debbano avere il controllo della propria immagine perché il cinema è un mezzo potente. Non possiamo semplicemente sederci e lasciare che altre persone definiscano la nostra esistenza.

Fare film è uno degli sforzi più difficili conosciuti dall'umanità.

Qual è la differenza tra i personaggi di Hollywood e i miei personaggi? I miei sono reali.

Molte volte, ci autocensuriamo prima ancora che il censore arrivi lì.

Sto molto attento a come interpreto la violenza nei miei film.

Le persone di colore provano una costante frustrazione per non essere rappresentati, o essere mal rappresentati, e per il fatto che queste immagini girano il mondo.

Penso che le persone che hanno dei difetti siano molto più interessanti di quelle perfette.

La sera prima di gara-5 della finale, Michael Jordan mangiò una pizza e si beccò una intossicazione alimentare. Volle scendere ugualmente in campo e segnò 40 punti. È questo il doping del campione vero: la voglia di giocare.