Michele Bravi | AforismiCitazioni.it

perché alla fine ogni volta
è l'amore che ci salva
dalla ferita del mondo.

Soltanto io soltanto tu
questo silenzio sa di mille parole
ed io starei qui ad ascoltarti per ore.

Tu che ridi accanto a me
poche altre cose hanno un senso.

E dividere a metà
questa notte fino alla mattina
forse la felicità
non è poi tanto diversa da così.

E adesso che lo sai, maneggiami con cura
perché l'amore è una pistola senza la sicura.

Ho cercato la bellezza anche dentro ad ogni errore
come un ramo che si spezza ma ricresce verso il sole.

E qualunque cosa accada l'importante è sempre
che quando un desiderio cade
allora tu esprimi nuove stelle.

E quando il cuore si spezza nessuno lo sente.

I consigli di Tiziano Ferro sono stati preziosi: mi ha detto che non dovevo pensare di essere in credito con il mondo, di smetterla di piangermi addosso, di agire.

Nel gennaio del 2015, non avendo più niente da perdere, ho deciso di aprire un canale su YouTube. Nei primi video si vedeva che stavo male. Ma la gente mi seguiva, tante persone hanno iniziato a scrivermi.

è meglio sentirsi bene in casa, prima di partire, altrimenti si rischia di non voler più tornare.

"I Hate Music" per me non è un secondo album, ma la seconda volta che faccio un primo album: quello precedente parlava del Michele uscito da X Factor, questo solo di me. E la mia unica speranza è che ascoltando queste canzoni qualcuno dica: mi fa davvero bene ascoltarle.

"I Hate Music" è un'ammissione di colpa. Dopo X Factor non capivo più chi ero e non ero sicuro che cantare fosse la mia strada. È uno sfogo contro me stesso: ho tirato fuori la mia rabbia e negatività e l'ho trasformata in energia.

All'inizio del 2015 ho scritto di nuovo delle canzoni, perché la musica resta il mio mezzo per comunicare. Pensavo di produrle con un'etichetta indipendente. Con la Sony ci eravamo separati consensualmente. Però la Universal, dopo un concerto, mi ha offerto un contratto. Gli ho risposto di no, perché non ce l'avrei fatta ad avere di nuovo condizionamenti, ma loro mi hanno lasciato libero. Così ho accettato.

Grazie all'analisi ho ridimensionato il senso di sconfitta: dovevo scindere il successo di un prodotto commerciale dalla mia persona. Ho capito anche che dovevo vivere con più leggerezza, e infatti sono andato a vivere con un coinquilino: se sei solo la sera è più facile rimuginare. Decisiva però è stata una frase di un mio amico: "Sembra che tu odi la musica". Ho capito che mi ero privato della musica, e che mi mancava.

Dopo la vittoria di X Factor la mia famiglia mi aveva detto: se vuoi andare vai, ma noi non abbiamo i mezzi per aiutarti perché non conosciamo quel mondo, è troppo diverso dal nostro. Era difficile per me chiedere aiuto a loro.

A 17 anni sono partito per l'America dicendo che andavo con la scuola: arrivato a Los Angeles, li ho chiamati e gli ho detto che ero solo. Mi hanno risposto: se stai male torna a casa, se no vedi di cavartela. Ci sono rimasto cinque mesi.