Michel Eyquem de Montaigne | AforismiCitazioni.it

S'inganna chi vuol combattere l'uso con la grammatica.

È una malattia confinata nell'uomo, e non si vede nelle altre creature, quella di odiare e disprezzare se stesso.

L'abitudine è una violenta e ingannevole maestra di scuola.

Alcune sconfitte sono più trionfali delle vittorie.

La curiosità di conoscere le cose è stata data agli uomini come una punizione.

Un uomo deve essere un pò pazzo se non vuole essere ancora più stupido.

Delle nostre malattie, la più selvaggia è disprezzare il nostro essere.

Gli Dei, dice Platone, ci hanno fornito di un membro disobbediente e tirannico; il quale, come un animale furioso, si mette, per la sua virulenza del suo desiderare, a sottomettere tutto a sè.

È ora tempo che io faccia ciò che posso fare; e io non posso fare ciò per cui è ora tempo.

L'amicizia del cane, è senza dubbio, più viva e costante di quella dell'uomo.

Trovo che la migliore virtù che ho ha in sè qualche sfumatura del vizio.

L'ambizione non è il vizio delle persone da poco.

La vita è un movimento ineguale, irregolare e multiforme.

Mi sembra più facile portare per tutta la vita una corazza che la verginità.

Mi preoccupo non tanto di ciò che sembro agli altri quanto di ciò che sono per me stesso. Io sono ricco per me stesso, e non per aver preso in prestito.

Come il donare è qualità ambiziosa e di privilegio, così l'accettare è caratteristica di sottomissione.

Capita alle persone veramente sapienti quello che capita alle spighe di grano: si levano e alzano la testa dritta e fiera finchè sono vuote, ma quando sono piene di chicchi cominciano a umiliarsi e ad abbassare il capo.

È bene strofinare e lucidare il nostro cervello contro quello di altri.

Coloro che intraprendono il compito di impartire a parecchie menti di diversa misura e struttura le stesse lezioni si ritrovano con solo due o tre che producono validi frutti.

La gioia più profonda spesso è composta più di severità che di gaiezza.