Maurizio Battista | AforismiCitazioni.it

[Sui giovani comici] Non stimo nessuno e non mi entusiasma nessuno. Purtroppo oggi i giovani comici si ripetono, sono privi di inventiva, di personalità, di originalità, si rifanno sempre a qualche altro comico più famoso imitandolo.

Non dico cose troppo difficili o intelligenti, anzi le cose intelligenti non le so proprio dire.

Io comunico con il mio pubblico perché per me son tutti colleghi: la barista, la parrucchiera, il poliziotto. Il pubblico è come me, è come se ogni persona seduta a guardarmi fosse un mio collega.

Le accademie di recitazione mi invitano, pagandomi anche bene, 2-3 mila euro, ma io dico sempre no. Non saprei cosa dire agli aspiranti comici. Come comunico una cosa che neanche io so come riesco a fare? Sono troppo genuino!

Il limite è non conoscere i propri limiti. Se mi chiedi di fare uno spettacolo in inglese... non lo faccio, perché non ne sono capace! La politica per me è come l'inglese.

Nei teatri che giro per l'Italia trovo molti spettatori di Comedy Central, di cui io sono una colonna. Il pubblico di Comedy sceglie, il pubblico di Rai e Mediaset è meno fedele. Comedy mi dà libertà, mi permette di fare quello che mi piace. E il riscontro di pubblico è grosso.

La Rai ha una serie di problematiche. Ogni cosa è complicata da fare: ci sono 10 autori, di cui 5 non parlano, 3 non sanno di che si tratta. E alla fine lavori effettivamente sempre con 2.

Io sto qui per divertire. Non sono nè un santone, nè un filosofo, nè un saggio. Sono una persona con un certo dono, una cultura scarsa e un grande vissuto, perché mi è capitato tutto, dalle morti alle cose belle. Sono questo. Serviranno anche quelli come me, no? Mica tutti scienziati!

L'ottavo vizio è il matrimonio, quello che li comprende tutti.

Io i miei figli non li ho visti crescere, lavoravo tutto il giorno al bar. Dovevo lavorare, non c'ero mai. Adesso che scelgo io il mio lavoro, è diverso. Questa estate mi sono fermato e sono andato quindici giorni al mare al Circeo con mia figlia; e chi l'avrebbe mai detto? Avevo un angelo vicino. [Nel 2018]

Parlare di politica è come parlare di Roma e di Lazio: non serve; io non campo di politica, e neanche di Roma e di Lazio. Io sono un neorealista, racconto quello che vedo per strada: il treno, l'acufene, la fistola sul sedere, il mal di testa, la nascita di mia figlia. Io voglio fare questo. Non voglio schierarmi. Il comico che si schiera politicamente è peggio del politico.

La mia comicità è spontanea e sincera. È un dono. Dono e talento insieme. Cerco di utilizzarlo bene cercando di non rubare soldi a nessuno. E ricordando sempre che il copione della vita è imbattibile.