Jane Alexander | Aforismi e Citazioni

Sono inglese e mi piace sguazzare nel senso dell'umorismo.

Mio padre era un direttore di doppiaggio inglese e la prima volta che ho doppiato qualcuno è stato perché lui aveva bisogno di una bambina che piangesse: è bastato strapparmi la bambola dalle mani.

Non voglio scegliere. Voglio fare tutto: attrice e conduttrice. Mi piace e mi diverto e fare tante cose.

La più grande delusione di un uomo arrivò da mio padre, quando è morto. Per questo, forse, non riesco a legarmi: mi spaventa l'abbandono. Guardo l'altro, mi dico: e se poi in un niente non ci sei più?

Se penso a un uomo con cui stare, non me lo immagino a girare per casa, in una convivenza. Quando ti abitui a non avere nessuno a dormire nel tuo letto, poi è difficile ricominciare, rinunciare a una libertà che ti è costata anche dolore, ma che adesso hai ed è tua.

La moda è quello che ci rende noi stessi e a me piace viverla a modo mio.

Non sono un tipo sportivo, non amo la montagna e non guardo neanche lo sport in tv. Eppure, ora, dopo l'esperienza di Monte Bianco, ho cominciato ad andare in palestra e adoro farlo. Mi sento meglio e la mattina mi sveglio sempre di buon umore.

[Sulla morte del padre] Entrò in ospedale per un'ernia inguinale. Uscì dopo un'operazione per un tumore al colon e ai polmoni. Non aveva idea di essere malato. Due anni di vita senza chemioterapia, tre-quattro con. Scelse senza, fu coraggioso. Io l'ho sempre capito, e penso che farei lo stesso.

Mi considero una doppiatrice e in sala di doppiaggio mi sento a casa.

Il complimento più bello per me è quando mi dicono che si vede che sono una bella persona, che traspare. Le critiche sono state mille. Non si può piacere a tutti, ci ho messo quarant'anni a capirlo.

A me il sesso piace un sacco, spesso e volentieri mi sono paragonata ai maschi per questo, ma anche qui la giostra sta girando: non viaggio più con i preservativi in borsa.

Ogni tanto ci provo ad uscire con qualcuno, ma poi mi scatta il “Se con te non sto meglio di come starei con me, perché devo stare con te?”.

Mi fermano per strada: “Ma allora non sei perfida”. È la condanna della marchesa Lucrezia Van Necker di Elisa di Rivombrosa: la parte da cattiva mi è rimasta addosso.