Frasi di Gary Cooper | Aforismi e Citazioni

Ho imparato che non serve a nulla avere delle idee se poi non le si esprime. Nessuno avrà mai rispetto per le tue idee finchè tu non vorrai veramente lottare per difenderle.

Nei film Western ti era concesso di baciare il tuo cavallo, ma mai la tua donna.

Sono contento che sarà Clark Gable che perderà la faccia e non Gary Cooper.

Dava l'impressione di essere una regina di ghiaccio, ma bastava che un uomo le togliesse le mutandine per farla esplodere.

Mi sono arruolato che ero ancora un ragazzo. L'esercito si è preso cura di me come farebbe una madre. Mi ha dato da mangiare, mi ha protetto e mi ha dato grandi opportunità.

Sono famoso in tutto il mondo e, ovunque vada, trovo gente che mi vuole bene perché ho saputo dare gioia e allegria grazie alla mia recitazione.

Fino al momento del mio arrivo nel mondo del cinema, gli attori principali erano tutti bellocci. Per fortuna da allora hanno scritto tanti copioni sull'uomo della porta accanto.

La gente mi chiede come faccio ad essere nel giro da così tanto tempo... beh, recitare la parte dell'uomo medio americano aiuta!

Per quel che ne so del Comunismo, non si tratta di qualcosa fatto in buona fede e quindi non mi piace.

Un uomo felice è colui che durante il giorno per il suo lavoro, e la notte per la fatica, non ha il tempo di pensare alle sue cose.

Ormai vengo talmente identificato con l'eroe western dello schermo, da essere diventato un prototipo. Accetto volentieri il complimento. Anche se ho fatto tanti ruoli sullo schermo.

Come la maggior parte degli attori sviluppa idee tutte sue sulle storie e vorrebbe poter avere voce in capitolo riguardo a suddette idee. Registi e produttori non prestano molta attenzione ai suggerimenti degli attori. Se faccio anche il produttore, magari mi ascolteranno.

Ero stato docile per così tanto tempo, avevo fatto tutto quello che mi avevano chiesto per così tanto tempo, che nessuno credeva che avrei smesso. Mi davano per scontato.

Il sergente York e io avevamo diverse cose in comune, anche prima che lo interpretassi sullo schermo.

Quando leggo che sono un talento naturale che non ha mai preso una lezione di recitazione in vita sua, mi chiedo cosa siano tutte quelle migliaia di ore che ho passato con [...] e la lista sarebbe ancora lunga. Se non erano lezioni prese in condizioni professionali competitive, allora non saprei riconoscere una lezione neppure se la vedessi.

Sono diventato attore per caso, e ho continuato a esserlo solo grazie alla pazienza della gente che sborsava dei bei soldi al botteghino. Sono letteralmente "caduto" nella recitazione, cadendo da cavallo come stuntman. Volevo guadagnare dei soldi e studiare arte. Non avevo mai provato il benchè minimo interesse per la recitazione. E sebbene quell'interesse si sia poi sviluppato, non sono mai diventato questo grande attore.

La voglia di recitare non ti abbandona. A volte nel bel mezzo di una scena mi sorprendo a dire battute di dialogo di quindici anni fa. Le situazioni tendono a ripetersi, e c'è un limite alle cose che puoi fare con una faccia e una carcassa. Per un pò ho pensato di ritirarmi. A volte lo penso ancora, di solito verso le cinque del pomeriggio. Ma darei di matto.

Uno dei motivi della brutta aria che tira a Hollywood è che si stanno facendo troppi remake. È quasi sempre materiale poco coraggioso, troppo prudente.

Ho sviluppato un stile, qualunque esso sia, solo perché recitare mi imbarazzava. Per me era doloroso fare un gesto più ampio del minimo indispensabile. Ma un attore deve enfatizzare i propri movimenti se vuole "farli arrivare"" al pubblico. Ero così timido che persino alzare un braccio per indicare qualcosa richiedeva tutto il mio coraggio.

Era incredibile che, con tutto quel che stava succedendo nel mondo nel 1929 e nel 1930, i giornali dedicassero così tanto spazio a miss Velez e me, se avevamo litigato o fatto pace.