Eleonora Abbagnato | AforismiCitazioni.it

Ho più fan in Giappone che a casa mia.

Sono una siciliana vera, più araba che italiana, passionale e con il fuoco dentro.

La tv deve essere svago e la tv italiana mi piace. Quella francese è noiosissima. Ma se l'arte per affermarsi deve piegarsi per forza ai meccanismi della tv, è un problema. A me in Italia mi conoscono solo perché sono andata a Ballando sotto le stelle.

Vorrei far cinema, avere dei bambini e tornare più spesso in Italia.

La capacità di adattarsi alle situazioni degli italiani, i francesi se la sognano.

Se mi metto in testa qualcosa l'ottengo, nella danza come in amore. Quando voglio un uomo… Zac! Me lo prendo.

L'Opèra in Francia è un tempio, una caserma e una miniera: sforna 140 balletti all'anno. Si sgobba.

Ora che sto facendo la Callas, ho scoperto una cosa che ci accomuna: la voglia di dare sempre un'interpretazione personale. La Callas è la musica, e la sua voce commuove, perché è un'interprete personalissima, anche con le sue graffiature, e in questa tensione mi riconosco anch'io. Io, già a quattro anni volevo fare le mie variazioni.

Il coreografo ha voglia di creare le sue cose, ma un direttore deve costruire il mondo di un corpo di ballo, deve creare per i suoi ballerini, non per sè. E poi evolve lavorando con tante compagnie diverse, a lavorare sempre con le stesse persone ci perde anche lui.

Il cinema come la tv, come Amici, come Ballando con le stelle, li ho fatti perché sono un'opportunità: essere popolare spero mi aiuti ad avere potere per fare qualcosa per la danza.

In Italia, mi arrabbio sempre: se non ti arrabbi, non ottieni nulla. [...] Il balletto viene sempre per ultimo. Sia nei finanziamenti, sia nella programmazione dei teatri.

C'è l'invidia. E c'è la cattiveria.Quando ti ritiri in camerino, le senti dai brusii che fanno in corridoio le tue colleghe. Quando sei una ragazza che fa la sua strada, quel camerino, in certi momenti, arrivi a detestarlo. È l'ennesima replica, le luci si sono spente, non ci sono più ammiratori e tu sei sola, con quel brusio là fuori. Il problema è la testa, che deve reggere sempre. Non è che le colleghe ti pungano.

Mia madre, per non farmi annoiare nella sua boutique, mi mandò da Marisa Benassai, nella sua scuola di danza al piano di sopra. Avevo quattro anni. L'incantesimo fu immediato. Rimasi lì seduta a guardare le bimbe in tutù, io con le braccia incrociate, silenziosa e immobile. Quando mamma venne a prendermi, balzai in piedi e urlai: “Voglio stare qui e basta”. Iniziai a ballare e la sera dovettero portarmi via a forza.

I corpi dei ballerini sono corpi di atleta. Se non li curi, rischi un infortunio che stronca la carriera. Io sono fortunata, ho una struttura muscolare molto forte, ma non ho mai avuto incidenti veri, anche perché a Parigi ho a disposizione un massaggiatore e un osteopata. Cerco di portare in Italia la mentalità e quello che ho imparato lì.

Ho più fan in Giappone che a casa mia.

Vorrei far cinema, avere dei bambini e tornare più spesso in Italia.

L'Opèra qui in Francia è un tempio, una caserma e una miniera: sforna 140 balletti all'anno. Si sgobba.

...Oggi sono poche le ragazze disposte a fare bene tutto questo. La mia forza è stata proprio la determinazione: a otto anni già stavo sulle punte. Di solito si fa a dodici.

Viviamo rinchiusi in uno studio, ballando tutto il santo giorno, isolati dalla vita reale del mondo esterno.

La tv deve essere svago e la tv italiana mi piace. Quella francese è noiosissima. Ma se l'arte per affermarsi deve piegarsi per forza ai meccanismi della tv, è un problema. In Italia mi conoscono solo perché sono andata a "Ballando sotto le stelle".